La Tisana

La Tisana

La raccolta, la trasformazione e l’utilizzo di erbe con lo scopo di curare ferite o malattie è una pratica molto antica. Scavi archeologici nella Grotta di Paglicci (Rignano Garganico, Foggia) hanno portato alla luce utensili impiegati per lavorare semi e foglie risalenti addirittura a un periodo compreso tra 20.000 e 11.000 anni fa. I primi documenti scritti sull’utilizzo delle piante in tisana recuperati risalgono alla civiltà sumera, oltre 3000 anni fa: in una tavoletta di argilla è stata raffigurata la preparazione di una decina di rimedi medicinali, con più di 250 piante officinali come ingredienti, principalmente sotto forma di decotti o infusi.

L’uso della tisana come strumento curativo ha subito una frenata fra il 1950 ed i primi anni del 2000, in concomitanza con l’avvento della farmacologia di sintesi e la possibilità di creare droghe in laboratorio o di estrarre i principi attivi “puri” da piante officinali. Infatti, i vantaggi dell’utilizzo di un singolo principio attivo estratto o sintetizzato rispetto alla molteplicità di attivi in un fitocomplesso sono molteplici, basti pensare alla precisione della posologia, la standardizzazione e purificazione del principio attivo, una più rapida risposta dell’organismo al trattamento, senza considerare interazioni fra i principi attivi. Allo stesso modo, le ricerche scientifiche più facilmente si concentrano su un unico attivo, per il quale la dimostrazione del meccanismo d’azione risulta più lineare e semplice. Tutto questo ha portato ad un calo della fiducia sulla capacità  terapeutica di infusi e decotti e al rafforzamento dell’idea che essi siano utili solo per un effimero momento di piacere.

Tuttavia sta crescendo a livello mondiale e in Italia il consumo di tisane e infusi. Il trend positivo di questo mercato, già da qualche anno in costante aumento, ha valicato nel 2020 la doppia cifra di aumento percentuale. Forse anche a causa dell’obbligo di restare a casa dettato dal Covid-19, la richiesta di tisane è esplosa negli ultimi mesi, con in cima alle classifiche, infusi e decotti “rilassanti”. Il desiderio del “ritorno al naturale” e la riscoperta delle tradizioni sono alcuni punti chiave. Non solo infusi e decotti, ma anche lieviti, yogurt, pane, shampoo e saponi a base di piante, sono oggi fra i prodotti naturali più richiesti. Inoltre, negli ultimi trent’anni, si è registrato un aumento esponenziale del numero di studi clinici e conferme scientifiche sulle interessanti proprietà benefiche delle piante medicinali per la salute umana, una ri-scoperta che accresce la fiducia degli utilizzatori in questi beni. Rispetto ad un singolo principio che agisce su uno o pochi recettori, la tisana contiene moltissimi metaboliti, il fitocomplesso, che hanno un’azione ampia e bilanciata su vari processi fisiologici e metabolici. Funzionale e con ridotti effetti indesiderati, spesso assenti. Anche il fruitore della tisana si è evoluto, diventando più curioso, desideroso di sapere, alla ricerca di informazioni sulla qualità e proprietà delle piante che assume nella tisana.

Da un lato il piacere di una bevanda salutare, dall’altro i benefici delle erbe. La tisana quindi non è solo vista come ottima compagna per trascorrere i lunghi periodi a casa, ma è sempre più parte integrante del benessere dell’uomo per la sua azione salutistica. In questa crescente domanda, il professionista si trova a svolgere l’importante ruolo di divulgatore delle proprietà farmacologiche e tossicologiche legate all’uso delle piante medicinali, per un utilizzo efficace e sicuro delle droghe vegetali. La tisana inoltre possiede un'apprezzabile peculiarità: la formulazione e miscelazione di una tisana estemporanea è forse l’unico strumento terapeutico che permette al professionista di modellare il trattamento sulla persona che lo richiede, riuscendo ad agire in modo equilibrato e calibrato sulle varie cause della problematica, per un trattamento ad personam, sicuramente più equilibrato, efficace e sicuro.


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