PIANTE ATTIVE SUL SISTEMA NERVOSO

PIANTE ATTIVE SUL SISTEMA NERVOSO

Lo stress è parte integrante della vita di tutti i giorni. Anche se comunemente percepito come un fattore negativo, la risposta adattiva alla perturbazione da esso causata è fondamentale per la vita e la nostra salute (eustress). Se lo stress, invece, è troppo intenso o dura troppo a lungo, si può facilmente passare dallo eustress a distress, o stress negativo, con l’attivazione  di una serie di processi fisiologici come aumento del metabolismo, della frequenza cardiaca, della pressione sistolica, tipici di uno stato di allerta, di emergenza del nostro organismo. I sintomi tipici del distress sono privazione del sonno, nervosismo, ansia, problematiche cardiache, immunodepressione. Il trattamento cardine di questa condizione sono sicuramente i farmaci della famiglia delle benzodiazepine. È stato calcolato che più di un adulto su quattro ricorre a questi trattamenti durante il corso della propria vita, anche a fronte di frequenti effetti indesiderati, come il calo dell’attenzione e della memoria, per arrivare fino a forme di dipendenza osservabile già dopo un mese di trattamento. Il lavoro svolto dalla comunità scientifica ha portato negli ultimi anni all’identificazione di un ampio spettro di principi vegetali attivi sul sistema nervoso che confermano l’impiego nella tradizione erboristica, alla scoperta  di  “nuove” piante medicinali o di nuove tecnologie per migliorare la loro biodisponibili.

Una delle piante officinali più studiate dalla comunità scientifica è la Lavanda, (Lavandula officinalis Chaix), il cui olio essenziale come trattamento in caso di stress e ansia è approvato anche dall’EMA (European Medicines Agency). Studi clinici mostrano come 80 mg/die di olio essenziale di lavanda microincapsulato (Silexan) possano essere consideratiparagonabili a 0,5mg/die di Lorazepam (Woelk and Schlafke 2010). La micro-incapsulazione (o coacervazione) è oggi spesso utilizzata come via di somministrazione dell’olio essenziale in quanto permette una miglior stabilità e rilascio graduale dei principi attivi. L’olio essenziale di Lavanda è attivo sia sul sistema nervoso centrale che periferico. A livello centrale, l’olio ha dimostrato affinità, con risposta dose-dipendente, per il recettore dell'N-metil-D-aspartato (NMDAR), comportandosi da antagonista (impedendo agli ioni Calcio di entrare), quindi limitando la trasmissione dell’impulso fra neuroni spinali e cerebrali. Inoltre il linalolo, uno dei principali componenti dell’olio essenziale di Lavanda, si lega, inibendo, i trasportatori della Serotonina SERT. In questo modo il re-uptake del neurotrasmettitore (Lopez et al. 2017) è limitato e la sua azione potenziata. A livello periferico, invece, l’olio essenziale di Lavanda ha dimostrato un’azione di stimolo sul sistema parasimpatico, diminuzione dell’emodinamica e di alcuni fattori che contrastano la sintomatologia ansiosa come eccitazione autonomica (Malcolm et al. 2017). 

Negli ultimi anni c’è stato un significativo ritorno dell’interesse per l’impiego della tisana come trattamento principale o come coadiuvante ad altri trattamenti per le problematiche legate al sistema nervoso, utilizzo supportato anche da studi scientifici. Sempre riguardo la Lavanda, ad esempio, uno  studio condotto su un centinaio di pazienti con riconosciuta depressione, ha dimostrato come l’infuso di Lavanda al 5% in aggiunta alla normale terapia farmacologica (Citalopram 20 mg 2 volte/die) contribuisca significativamente a migliorare il quadro clinico dei pazienti dopo 4 e 8 settimane di trattamento (Nikfarjam et al. 2013). In uno studio esplorativo sull’azione di 10 piante officinali, Awad et al. (2007) mostra come l’estratto in acqua di Melissa (Melissa officinalis L.), grazie al contenuto in acido rosmarinico, acido ursolico e acido oleico, inibisca marcatamente l’enzima GABA-T transaminasi, che permette un’azione più lunga del  GABA nel cervello, con azione calmante e rilassante. 

In uno studio clinico randomizzato in doppio cieco con cross design, la somministrazione di una tisana a base di 2 g di Passiflora (Passiflora incarnata L.) un’ora prima di coricarsi, per sette giorni di fila, ha evidenziato  un’efficacia significativa nel migliorare la qualità del sonno dimostrata tramite monitoraggio dell’attività cerebrale, oculare e muscolare (Ngan and Conduit 2011). I valepotriati (iridoidi non glicosidati) sono i principi attivi della droga che agiscono in maniera paragonabile alle benzodiazepine sul GABA. Anche l’EMA (European Medicines Agency) suggerisce di bere una tisana di Valeriana all’ 0,5-3% mezz’ora o un’ora prima di coricarsi per migliorare la qualità del sonno. Un’altra pianta officinale molto studiata in tisane è l’Escolzia (Eschscholtzia californica Cham), anch’essa attiva sul GABA. In particolare, l’azione sedativa della droga sembra essere legata al suo contenuto in aporfina, che agisce da modulatore allosterico positivo per i recettori del GABA, gli stessi recettori su cui agiscono le benzodiazepine (Rolland et al. 2001). 

Moderne ricerche scientifiche stanno dimostrato i meccanismi d’azione di piante officinali tipiche della tradizione e come riescano a produrre beneficio in caso di stress, insonnia, depressione ed altri disturbi del sistema nervoso centrale. Conoscere il meccanismo d’azione fornisce l’opportunità al professionista conoscitore delle piante di offrire, almeno nei casi di disturbi lievi legati ad ansia e stress, una valida alternativa all’utilizzo di terapie di sintesi spesso troppo potenti e accompagnate da frequenti e importanti effetti indesiderati.


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